IL  TRADUTTORE  A  CHI  LEGGE


La diffusione di Internet ha cambiato molto i comportamenti umani, dando la possibilità di comunicazioni più immediate, aprendo scambi con persone di luoghi lontani, ritrovando e instaurando rapporti vecchi e nuovi, diffondendo notizie e commenti in maniera celere.

Una sera, utilizzando il computer per le mie ricerche, sgarfant su Internet, ho trovato nel sito www.altritaliani.net un testo in lingua francese dal titolo Souvenirs du Friul scritto da Serge Bassenko e Eléonore Mongiat. Mi ha subito colpito la freschezza e l'originalità del racconto e, grazie al richiamo al sito degli autori www.lupusae.com, l'ho subito visionato per intero.

Devo dire che ho trovato un sito ricco ma discreto, in cui traspare riservatezza e per niente celebrativo, infatti, non troverete nessuna foto dei due autori. All'interno ho scoperto una vasta e interessante raccolta di testi e foto che consiglio di consultare. Ho preso contatti via e-mail con la sig.ra Eléonore e dopo vari scambi epistolari, ho pensato di proporle la pubblicazione di alcuni testi su Il Barbacian. Alla risposta, subito positiva, i contatti si sono fatti più ravvicinati e telefonici. Ho subito instaurato un rapporto di amicizia che mi ha stimolato a cimentarmi nella traduzione del testo francese. Il racconto, che qui propongo, è il risultato di un singolare lavoro di coppia realizzato durante un viaggio alla ricerca delle radici: protagonisti sono Eléonore (Nora), francese con origini friulane (a fevela il furlan di Cievolis e Sequals) e Serge (Tola), francese con la Russia nel sangue. È un vero e proprio lavoro a quattro mani, se fossimo nell'ambito sportivo in un campo di tennis, diremmo 'di doppio'. Al tentativo di avere notizie per proporre una piccola biografia, ho ricevuto come risposta-proposta questo testo di Serge, eloquente e che parla più di tante citazioni:


"Spesso ci si preoccupa di sapere cosa uno ha o non ha fatto. Ma, mi domando, le azioni rivelano veramente una persona?
Per un creatore, quello che conta, è quello che lui porta dentro e ogni tanto esce.
Per un uomo, quello che conta, sono gli amici che si è fatto e che ha servito.
Per il resto, sì, ho studiato, letto, interrogato gli uomini e la natura, sì, ho lasciato la mia attività professionale per fotografare Venezia e la campagna francese e per scrivere 19 romanzi, l'opera teatrale
Antigone e dei pensieri sulla vita.
Se volete conoscermi veramente, guardate le mie foto e leggete i miei scritti: è lì che mi troverete."

Claudio Petris